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Santa Brigida e il rito della benedizione dei mantelli

L’usanza di appoggiare strisce di stoffa, panni o scialli a contatto con la raffigurazione di una divinità era una pratica diffusa in molte culture. In tale contesto ha origine anche il rito della benedizione dei mantelli di Brigid.
Secondo numerose tradizioni irlandesi alla vigilia della festa di Brigid (il 1 ° febbraio, Imbolc) bisognava esporre un tessuto all’esterno dell’abitazione, per esempio sul ramo di un albero o su una siepe, e poi riportarlo dentro all’alba.
La stoffa sarebbe stata benedetta dal tocco della Dea attraverso la rugiada.
A seconda delle zone, le persone stendevano fazzoletti, umili scampoli, scialli bianchi, sciarpe, foulard o mantelline. Durante la magica notte, Brigid, li avrebbe permeati con i suoi poteri di guarigione e protezione per tutto l’anno.
Sempre la tradizione, ci dice che ogni anno, ad ogni esposizione, il suo tocco donerà sempre più potere al tessuto.
Il mantello/tessuto protettivo di Brigid era un prezioso strumento taumaturgico: si usava per custodire i neonati, far passare il mal di testa, per ottenere o donare forza e conforto, per favorire la guarigione di un malato, di un animale o per accompagnare il trapasso di un proprio caro. In altre parole, era in grado di donare benessere e fortuna.
Potete chiedere anche voi la benedizione della luminosa Brigid, poco importa se avete o meno un giardino: mettete la vostra preziosa stoffa sul balcone, su una sedia o appoggiata al terrazzo e lasciate fare a Lei.

Su Imbolc: leggi qui
Alcune riflessioni sulla Candelora: qui
Sul fiore della dea: leggi qui
Simbolo del cigno: leggi qui
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Simbologia del mantello: leggi qui
Sulla magia del Sorbo e Betulla: leggi qui Sorbo e Betulla
Libro consigliato: La Dea Bianca
Allontanare la negatività con una candela: qui
English: St Brigit’s day, Traditions

Sul rito della benedizione delle candele (la Candelora)
Le candele rappresentano la rivelazione perché permettono di uscire dall’oscurità. Per questo accompagnano da sempre gli atti devozionali e fanno da tramite per le richieste che l’uomo rivolge agli Dei. Accendere un cero nelle chiese ne è un esempio: Frazer indica l’origine di questa pratica nelle feste consacrate a Diana, durante le quali si alimentava un fuoco sacro sotto forma di lampade.
Nel suo opporsi alle tenebre, la candela rappresenta il trionfo del bene, la rinascita, la speranza.
La superstizione vuole che sia importante accendere delle candele in occasione dei principali eventi della vita: nascita, matrimonio e morte, affinchè gli spiriti siano tenuti a bada. Il fatto di soffiare sulle candele in occasione del compleanno deriva da una pratica antica. Ogni compleanno era visto come una nuova nascita, sancita da una nuova candela a celebrare il rinnovamento.
La candela condivide il simbolismo positivo dell’ape. La ceromanzia consiste nel porre una candela al di sopra di un recipiente d’acqua e nel lasciare gocciolare la cera. Le forme e le posizioni delle gocce, una volta solidificate, vengono interpretate.
La Candelora era una sorta di capodanno volto a festeggiare il ritorno della luce, la speranza in un inverno più mite e lo testimonia l’usanza di trarre presagi sull’andamento del tempo: “Se c’è sole a Candelora / dell’inverno semo fòra / ma se piove o tira vento / de l’inverno semo dentro”.
Il primo febbraio anticamente si festeggiava Giunone Sospita, colei che protegge. Le calende (da qui la parola calendario) di febbraio (da februare=purificare), chiudevano l’anno e occorreva prepararsi facendo sacrifici e purificazioni.

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