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Significato simbolico del castagno: l’abero del pane e delle streghe

Simbologia planetaria: Giove

Il castagno, originario dell’Iran, fu associato a Zeus, grazie ai possenti rami che protendono verso il cielo. Non a caso, i latini si riferivano alle castagne come “ghiande di Zeus“.
Fin dal Medioevo furono considerate il cibo dei morti.
A Marsiglia si consigliava di metterne qualcuna sotto il cuscino per evitare che gli spiriti tirassero i piedi ai vivi durante la notte. Nella Vienne, in Francia, la sera del 1 novembre (prima della Commemorazione dei defunti) le persone si riunivano nei castagneti per cuocere le castagne. In Piemonte e nella città di Venezia, si consumavano sia a San Martino che nel giorno dei morti. In Val d’Aosta, nel pomeriggio di Ognissanti, venivano offerte agli avventori dei caffè, mentre nelle famiglie si cospargevano di grappa e zucchero e si servivano in tavola alla fiamma. In Liguria, nel giorno dei Defunti si mangiavano i bacilli (fave secche) e i ballotti (castagne).
Lo stesso accadeva in Brianza, in occasione della Giubiana. A Ferrara, durante la sagra di San Giuseppe gli uomini erano soliti offrire alle fidanzate “il zazint” (giacinto) insieme alla mistoca, una frittella di castagne (che simboleggiava la fine dell’inverno).
Le castagne lessate nel vino e cosparse di zucchero anticamente erano indicate come un cibo afrodisiaco. In realtà, hanno un alto valore nutritivo e ben cotte sono molto digeribili. Ricche di ferro e acido folico sono particolarmente benefiche per gli anemici e le donne in gravidanza. Contengono anche fosforo, che svolge una funzione tonica e corroborante del sistema nervoso. Fonte di magnesio, aiutano a superare i periodi di stress e a riprendersi più in fretta dopo un periodo di convalescenza. L’infuso della corteccia di castagno è un toccasana per combattere la tosse e come antisettico delle vie respiratorie. La polpa delle castagne unita all’argilla verde purifica la pelle del viso e la rende morbida. In fitoterapia si consiglia l’assunzione del gemmoderivato (Castanea vesca) per la cura dell’insufficienza venosa e come drenante a livello linfatico.
Il paterno albero di Giove, simbolo della previdenza e della generosità, era noto come “l’albero del pane” poiché è stato un’importante fonte di approvvigionamento alimentare per intere generazioni nei periodi di carestia.
Secondo Girolamo Tartarotti, autore “Del congresso notturno delle Lammie“, le castagne erano il cibo delle streghe. Favorivano le visioni e provocavano una sorta di appesantimento destinato a produrre l’illusione del volo. In passato si credeva che far dormire un neonato in una culla di castagno lo avrebbe fatto crescere forte e robusto.
Nei paesi dell’Est gli sposi camminavano sopra un tappeto di foglie di castagno quando lasciavano le case paterne.
Le castagne si usavano negli incanti d’amore per rendere salde le unioni. Leggenda vuole che regalare quattro rametti di castagno legati con un nastro azzurro ad una donna che sta per sposarsi favorirà la fedeltà e la fortuna coniugale. Chi viaggia dovrà portare con sé un rametto di castagno legato con un filo d’argento affinché la buona sorte lo accompagni fino al suo ritorno.

Usatele per: tutelare la salute e la prosperità, rinvigorire la passione ed assicurarvi la fedeltà (offritele al vostro amato assieme al miele), come offerta rituale ai defunti, come portafortuna in amore.

Pietre da associare al castagno: quarzo bianco, diaspro giallo, rubino, crisocolla, pirite.

Bibliografia:

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