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La struggente bellezza del ginkgo biloba: significato simbolico, magico e leggende sul Re dell’autunno

Il ginkgo è un albero dotato di un’eleganza senza tempo. Quando ti avvicini emana un’energia saggia, antica, protettiva. Direi che è il Re dell’autunno e la sua cascata di foglie dorate impreziosisce qualunque giardino.
La parola “Ginkgo” deriva dal giapponese Ginkyo e significa “albicocca d’argento”, mentre “biloba” deriva dal latino e si riferisce alla forma della foglia che presenta due lembi. Vanta numerosi nomi popolari, quali “piede di daino”, “coppa dell’eremita”, “capelli di fanciulla”, “albero delle quaranta corone d’oro”.
Il primo esemplare in Italia fu importato nel 1750, nell’Orto Botanico di Padova, dove si trova tutt’oggi.
Se lo guardi, le sue foglie sembrano tante piccole farfalle, testimoni silenziose di un’evoluzione lentissima.
Originario della Cina è un superstite della flora preistorica di oltre 250 milioni di anni fa.
Il Ginkgo nella tradizione orientale simboleggia la coincidenza tra gli opposti e l’immutabilità delle cose. Si narra che abbia poteri magici e sia in grado di allontanare gli spiriti maligni: ecco perché veniva piantato vicino ai luoghi di culto. Governato da Saturno, rappresenta la saggezza acquisita attraverso l’esperienza, lo studio e l’avanzare dell’età.
In Cina, ai piedi delle montagne Zhongnan, un tempio buddhista conserva un maestoso albero di ginkgo. Le persone ogni autunno si recano in pellegrinaggio per ammirarlo: credono che le sue foglie abbiano proprietà miracolose.
In effetti, questa specie vegetale è un fossile vivente che ha superato persino la furia distruttrice dell’uomo. Il 6 agosto 1945 fu sganciata su Hiroshima la prima bomba atomica. Ogni cosa fu spazzata via dalle radiazioni eccetto sei esemplari di ginkgo. Da allora questa pianta per i giapponesi incarna “l’albero della vita” ed è simbolo di longevità, pace e speranza, tanto da diventare l’emblema della città di Tokyo.
Il più antico trattato cinese sui farmaci, il Pen T’sao, indica il ginkgo come portatore di qualità yin (femminili) e yang (maschili), definendolo “buono per il Cuore e per lo Spirito”. Non a caso è un tonico della circolazione periferica e cerebrale, migliora l’irrorazione tissutale e attiva il metabolismo cellulare.
Trova impiego terapeutico nei disturbi neurologici dovuti a insufficienza circolatoria cerebrale, turbe psicocomportamentali, perdita della memoria, sindromi vertiginose, acufeni, cefalea, demenze senili, morbo di Alzheimer.
E’ un antitrombotico, un protettivo vasale utile in vasculopatie con tendenze ischemiche, trombotiche ed edemi, sequele da ictus, fragilità capillare. Ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie ed antiallergiche. Cura gli spasmi bronchiali e gastrointestinali, è antiasmatico e ipocolesterolemizzante. Rallenta la senescenza e la devitalizzazione della pelle.
Somministrazione e posologia necessitano di uno stretto controllo medico. Le dosi standard per l’estratto secco sono di 2 capsule prima dei pasti mattina e sera.
T.M: 30 gocce 1-3 volte al giorno in un po’ d’acqua, lontano dai pasti.
Il fatto che il ginkgo sia un albero longevo, ne fa una sorta di amuleto capace di assicurare una vita prospera e felice. Si usa negli incantesimi per la fertilità e stimolare la sessualità. In Oriente si pianta quando nasce un bambino in segno di buon augurio.
Una leggenda narra che se una ragazza durante una notte di luna piena si siede sotto un albero di Ginkgo maschio, si pettina i capelli, ed esprime un desiderio si avvererà.
Indossare un pezzetto di corteccia di Ginkgo promuove la guarigione a tutti i livelli. Le foglie potenziano le capacità mentali, basta inserine una manciata all’interno di un mojo (ad esempio prima di un esame). Collocare dei rametti di ginkgo sulle tombe dei propri cari, secondo la tradizione orientale, permette alle loro anime di riposare serenamente nell’Aldilà.
Ferdinando Alaimo definisce così il ginkgo: “un albero vecchio e giovane come può essere un saggio taoista, un maestro nel wei wu wei, l’azione senza azione, l’essere in sintonia con l’immagine mobile dell’eterno, il tempo, adattarsi alle sue vicende. Ha imparato così bene quest’arte da resistere ai parassiti, ai periodi glaciali, perfino all’inquinamento. Può aiutarci ad invecchiare in modo giovanile, come lui sa fare.”

Curiosità: il ginkgo è un bioaccumulatore. Si tratta di un organismo in grado di accumulare nei propri tessuti le sostanze nocive grazie alla respirazione fogliare, ma senza ripercussioni sulla sua fisiologia e sulle funzioni vitali. Piantane uno e il pianeta ti ringrazierà in eterno (è in grado di smaltire grandi quantità di CO2).

Usi magici: guarigione, prosperità, longevità, potenziamento intelletto, creatività, fertilità, offerta per gli antenati, protezione, armonia, amore, saggezza, resilienza nelle difficoltà, perseveranza, ricerca interiore.

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