La luna piena si formerà venerdì 18 marzo in Uttara Phalguni, la stella della compassione e dell’amicizia.
Simboleggiata dai piedi di un letto matrimoniale, questa nakshatra dona un approccio disteso e rilassato nei confronti della vita.
Denebola è governata da Aryaman (tradotto- amico, compagno) il Dio che tutela i giuramenti, i riti nuziali, il rispetto dei contratti, i codici di comportamento morale, le tradizioni, l’ospitalità e le associazioni.
Sarà un momento favorevole per sposarsi o migliorare la propria situazione economica attraverso la creazione di partnership e associazioni.
Chi desidera iniziare nuovi progetti e intrecciare una rete di contatti favorevoli all’espansione della propria attività dovrebbe attendere il 13 aprile, quando Guru/Giove entrerà nei Pesci.
Uttara Phalguni è la stella della solidarietà: supportate le persone che stanno affrontando dei problemi e ricordate che l’unione fa la forza. Siate altruisti, gentili e disponibili all’ascolto.
Se siete ad un bivio, se lo stress e il timore di eventuali perdite economiche vi attanagliano, sappiate che all’orizzonte Budha e Guru sono pronti a offrirvi opportunità favorevoli. So che attualmente non stiamo vivendo una stagione particolarmente positiva a livello globale ma si intravede la luce infondo al tunnel. Gli eventi nei prossimi giorni potrebbero peggiorare (dal 24 marzo al 6 aprile infatti, tornerà attivo il Kala Sarpa Yoga), per poi distendersi gradualmente (dal 28 marzo Venere/Shukra si allontanerà dall’influenza di Mangala/Marte e Shani/Saturno). Con l’attenuarsi della guerra fra Mangala e Shukra, tutti attendiamo con viva speranza il raggiungimento di un compromesso fra Russia e Ucraina e il cessate il fuoco.
Vi prego di “chiamare la pace”, pregare per la pace, meditare per la pace, inviare intenzioni di pace ogni volta che potete. Accantonate la paura, gli scenari catastrofici, la sensazione di impotenza.
Questa luna piena, a pochi giorni dall’equinozio di primavera (20 marzo) porterà energie benefiche, di rinnovamento e prosperità. Aryaman e Bhaga sono i fratelli divini della fortuna e del benessere: chiedete con fede tutto ciò di cui avete bisogno.
In India domani si festeggerà l’Holi che celebra l’allontanamento di ogni acredine fra i membri delle famiglie e delle comunità.
Oltre a una pioggia di colori, l’elemento che contraddistingue tale festività è la presenza di numerosi falò purificatori.
Le ceneri delle pire, considerate sacre, vengono conservate nelle case dei fedeli per promuovere la salute e la longevità.
Accendiamo anche noi un fuoco simbolico e allontaniamo dalla nostra anima qualunque tipo di astio e negatività nei confronti del prossimo. Promettiamoci di guardare al futuro con rinnovata speranza. Sebbene ci attendano momenti critici, l’Holi ci ricorda che la luce trionfa sempre sull’oscurità, proprio come Prahlada trionfò sulla perfida Holika.
Onoriamo le fertili energie primaverili piantando buoni semi nei nostri cuori e nelle nostre menti.
In alcune parti dell’India i vaiṣṇava celebreranno Gaura Purnima (la luna piena d’oro) che commemora il giorno dell’apparizione di Sri Krishna nel Suo aspetto di Sri Caitanya Mahaprabhu (l’avatar d’oro che riunisce Radha e Krishna).
La sua missione consisteva nel predicare e diffondere l’importanza del canto dei santi nomi in questa età di Kali (o età della discordia). Srila Prabhupada scrive: “In questa era basta un nonnulla per accendere gravi conflitti, perciò gli sastra [le Scritture] raccomandano un metodo di realizzazione spirituale comune a tutti: il canto dei santi nomi del Signore.” Seguendo le orme di Sri Caitanya, chiunque può fare progressi sul sentiero spirituale e raggiungere la coscienza trascendentale, la coscienza di Krishna, cantando il maha-mantra, il grande canto della liberazione.
Prossimamente scriverò un post per tracciare l’evoluzione del nuovo anno vedico che comincerà con la luna nuova del primo aprile (spoiler: ci saranno novità positive su più fronti- se Dio vuole).
Mantra speciale per celebrare l’Holi
Mahamrityunjaya mantra
Maha significa grande, mrityu significa morte, jaya vuol dire vittoria. E’ il mantra della grande vittoria sulla morte, uno dei più antichi e potenti canti di guarigione della tradizione vedica.
Ripeterlo recide ogni legame con ciò che impedisce di realizzare l’unione col Divino.
Libera dalla sofferenza (memorie dolorose, lutto, emozioni negative, forme pensiero limitanti, pensieri ossessivi, sbotanti, distruttivi, disarmonie mentali, fisiche e spirituali), dal male, dal buio interiore, dalla paura della morte.
Può purificare il karma individuale risvegliando le forze divine. Sana le ferite del nostro albero genealogico, crea un’aura di protezione intorno a noi e nell’ambiente in cui viviamo.
Recitiamolo gettando simbolicamente nel fuoco, elemento purificatore, tutto ciò che non vogliamo più nel nuovo anno.