L’alkekengi: significato simbolico e usi esoterici delle “lanterne d’inverno”

Simbologia planetaria: Venere

Il Physalis alkekengi è una bellissima pianta perenne capace di riscaldare l’autunno con le sue sfumature colorate. Le bacche, simili a piccole ciliegie, sono racchiuse da un involucro arancione a forma di cuore, detto calice.
A prima vista sembrano tante piccole “lanterne cinesi” di carta velina.
Dal momento che i calici tendono a sgretolarsi lasciando trasparire le bacche, questa pianta simboleggia la vita oltre la morte, la forza, l’illuminazione e il sentimento che resiste a ogni prova.
Sacra a Venere, fin dall’antichità fu utilizzata negli incanti d’amore (un altro nome dell’alkekengi è “amore in gabbia”).
E’ bene ricordare che questa pianta appartiene alla famiglia delle Solanacee: le bacche non ancora mature, se consumate fresche, sono tossiche e possono provocare mal di testa, vomito e diarrea (contengono solanina).
Una volta mature invece sono un vero toccasana! Pensate che contengono il doppio di vitamina C rispetto al limone e vantano proprietà diuretiche, antinfiammatorie, depurative e antipiretiche (dose consigliata 20-30 al giorno). Ad uso interno curano i disturbi dell’apparato urinario, i dolori reumatici, la gotta, i calcoli renali e vescicali.
Possiamo usare questa intelligenza vegetale per proteggere la casa e allontanare la malinconia. Lasciate che l’alkekengi rallegri i vostri giardini o collocatene qualche rametto in soggiorno.
Quando vi sentite persi, confusi, specialmente in amore, potete chiedere all’alkekengi di illuminare il vostro cammino. Raccogliete una bacca, mangiatela e conservate il suo calice. Tenetelo sotto il cuscino e le risposte ai vostri dubbi arriveranno in sogno.

Usatela per: rendere salde le unioni, ravvivare la passione, proteggere la casa, risollevare l’umore, promuovere la forza interiore, dissolvere i dubbi.