Simbologia planetaria: Luna- Saturno
Nell’Odissea si narra che intorno alla grotta di Calipso cresceva un bosco rigoglioso di ontani, pioppi e cipressi, piante collegate alla morte-resurrezione. Il suo nome deriva da Fearinos una divinità preellenica il cui nome significava “dell’alba dell’anno” perché gli si offrivano sacrifici il giorno dell’equinozio di primavera (quando fioriva l’ontano). Il poemetto ossianico irlandese “Canzone degli alberi della foresta” lo descrive come “un vero mago della battaglia, l’albero più ardente nella lotta”. In Irlanda abbattere un ontano sacro era considerato un delitto e la pena destinata al malfattore consisteva nell’incendiare la sua casa. Il suo legno era utilizzato per costruire i secchi per il latte perciò è connesso a Rea-Io, la candida vacca lunare. Dall’ontano si traggono dei coloranti: il verde dai fiori, il rosso dalla corteccia e il marrone dai rami (simboli dell’acqua, del fuoco e della terra). Secondo la tradizione britannica il verde è associato alle vesti delle fate. La cornacchia sacra a Saturno si nutre delle sue ciliegie e Ovidio ne fa, uno degli alberi che fornivano il cibo agli uomini nell’Età di Saturno. La fiaba di Andersen, “La figlia del re della palude“, racconta la discesa agli inferi di una principessa che risorge dalla radice di un ontano- immagine dell’ axis mundi. In magia si usa per entrare in contatto con la propria Ombra, ciò che tendiamo a negare. Sacro ai Druidi donerebbe protezione spirituale, fisica ed emotiva. Corrisponde alla lettera “Fearn” dell’alfabeto Ogham e alla runa “Isa“. Anche Bran “il Benedetto”, divinità mitologia celtica, è associato all’ontano e al simbolismo della resurrezione: possedeva un calderone che aveva la capacità di far rivivere tutto ciò che era morto. Il calderone è un oggetto atto a contenere, simile ad un grembo perciò richiama l’archetipo della Grande Madre. L’ontano era detto “l’albero delle streghe” forse per il suo aspetto sinistro e nodoso. Quando la pianta viene tagliata sembra sanguinare poiché il suo legno cambia colore dal bianco al rosso; questo ha fatto nascere la leggenda secondo la quale nell’albero vivrebbe “l’uomo rosso“, uno Spirito che ha il compito di soccorrere gli umani che si sono smarriti nell’Aldilà. L’ontano cresce in riva a fiumi e laghi, dove terra ed acqua si incrociano e la soglia fra i mondi è più sottile. I fischietti costruiti col suo legno attirerebbero gli elementali dell’Aria, piegandoli agli intenti di maghi e streghe. Anche le fate gradirebbero danzare sotto le sue fronde fiorite. Secondo la tradizione irlandese l’uomo fu creato dall’ontano e la donna dal sorbo. L’Ontano è anche uno degli alberi di Calendimaggio, ed evoca la rinascita spirituale. Tenerne un ramo in casa allontanerebbe ansia e nervosismo. Il bagno di foglie di ontano, ancora praticato in alcuni paesi montani, è anti-reumatico mentre il macerato glicerico cura la tonsillite e la tracheite. Il decotto della sua corteccia è ideale come colluttorio.
Curiosità: è un legno davvero resistente infatti il ponte di Rialto a Venezia poggia su pali di ontano. Agrippa scrisse che l’ontano è nemico dell’uomo. Sostare sotto le sue fronde porterebbe sfortuna!
Usatelo per: recuperare forza e lucidità mentale. Per calmare il dolore causato da un addio, proteggere la casa, rendere stabile qualunque settore della vita.
Pietre da associare all’ontano: ossidiana, lepidolite, legno fossile, rubino.
Bibliografia: Florario di Alfredo Cattabiani, La dea bianca. Grammatica storica del mito poetico di Robert Graves.