Quando vedo un pettirosso, capisco che il freddo è alle porte e lo annuncia col suo “cuoricino” di piume rosse arruffate. Una grazia tutta particolare la sua, che non corrisponde ad un carattere altrettanto bonario: è intollerante verso chi si introduce nel suo territorio e per difenderlo assume una posizione minacciosa, ostentando il fulvo piumaggio. E’ un piccolo figlio di Marte, si capisce quando è intento a bisticciare con gli altri uccellini.
Il pettirosso (Erithacus rubecola), secondo la leggenda, si sarebbe procurato la tipica macchia rossa sul petto cercando di estrarre i chiodi di Cristo sulla Croce. Un’altra versione narra che si bruciò col fuoco dell’inferno mentre cercava di portare un po’ d’acqua alle anime dannate.
Simbolo di altruismo e generosità, in sogno annuncia un nuovo inizio o una trasformazione positiva.
Per Eliano anticipava l’arrivo della pioggia e della neve, sicché veniva considerato un indicatore meteorologico. In Scandinavia era sacro a Thor, dio del fuoco e del tuono. Marcel Roland racconta che durante l’inverno glaciale del 1939 morirono molti uccellini a causa della penuria di cibo. I pettirossi però, che avevano più familiarità con l’uomo, riuscirono a salvarsi tambureggiando col becco sui vetri delle finestre per ricevere calore e ristoro. Indipendente e amichevole potrebbe essere definito “il gatto degli uccelli“.
Una leggenda della Bretagna racconta che il pettirosso intraprese un lungo viaggio per portare il fuoco sulla Terra. Giunto a destinazione il Creatore lo fece riposare sulle sue ginocchia. Temendo che si bruciasse le penne, Dio gli disse: “Ricordati di non volare troppo velocemente mentre torni fra gli umani!”.
Ma al suo ritorno quando vide tutti in trepidante attesa accelerò e accadde ciò che aveva previsto il buon Dio: si bruciacchiò tutte le penne, che da quel giorno diventarono rosse! Infatti il pettirosso è detto “il gallo di Dio“.
Altri aneddoti della Bretagna rivelano che il vero protagonista di questa storia è lo scricciolo, l’uccello dei druidi. Il giorno di Santo Stefano in Irlanda, in Scozia e nell’Isola di Man, i giovani del luogo ne uccidevano uno e poi lo portavano in processione sopra un palo mentre recitavano queste parole: “Lo scricciolo, lo scricciolo, il re di tutti gli uccelli a Santo Stefano venne ucciso dentro una ginestra, per quanto esso sia piccolo, grande è il suo onore, date quindi, brava gente, una festa per noi”. Infine, veniva sepolto in un cimitero consacrato. E’ chiaro che lo scricciolo incarnava le forze della rigenerazione: il suo sacrificio doveva essere benaugurante e permettere il ritorno della luce. In Provenza esisteva una cerimonia meno cruenta detta “Petouso“: durante la messa di Natale il parroco liberava uno scricciolo in Chiesa e nel momento in cui trovava l’uscita la gente gioiva perché era nata la “Luce” del mondo.
Tornando al pettirosso, si favoleggia che fosse presente alla nascita di Gesù e per questo protegga i bambini maschi.
Messaggi positivi
-protezione
-rinascita o trasformazione positiva
-buone notizie
-altruismo e generosità
-indipendenza e fedeltà
-curiosità e spirito Solare
Messaggi negativi
-orgoglio esacerbato
-fierezza e litigiosità
-istinti da domare
In questo sito troverete un interessante approfondimento sulla ballata “The babes in the wood“.
Bibliografia:
Grazie di cuore per tutte le volte che consultando il sito trovo spiegazione alle piccole coincidenze dela mia vita