In Egitto la birra-shekar era utilizzata soprattutto nei riti funebri. Nelle aree celtiche della Pannonia, della Dalmazia e dell’Illiria era detta “sabaia” o “sabaius” in onore di una divinità tracio-frigia simile a Dioniso, il dio Sabazio. In Gallia si chiamava “cerevisia” o “cervisia”- come la Grande Cerere. Era largamente utilizzata nelle cerimonie religiose celtiche: lo testimonia il cratere di Gundestrup. Che questi crateri servissero per la birra lo confermano indirettamente le antiche leggende epiche e mitologiche.
Il dio Sucellus veniva raffigurato su modesti monumenti come un uomo barbuto in costume gallese e munito di una mazza. Uno dei suoi simboli era la botte, erede dei calderoni celtici. Era il dio della birra e il protettore della corporazione dei birrai.
In Irlanda, Goibnu mescolava la birra dell’immortalità per i Tuatha De Danann. Poi subentrò Dagda, dio infero della fertilità e della musica che possedeva un calderone pieno di birra rigenerante.
Tacito riferisce nel “De Germania” che la birra, presso i Germani, era l’accompagnamento abituale delle grandi assemblee. Deliberavano soltanto dopo aver bevuto perché l’ebbrezza apriva l’animo alla sincerità e agli alti pensieri; la birra permetteva di entrare in contatto con gli spiriti e gli dei e di esserne perciò ispirati.
Anche nell’antica Scandinavia l’ubriachezza era lo strumento con il quale l’uomo poteva elevarsi. Il bevitore diventava l’agente di trasmissione della forza divina: si collocava volontariamente in uno stato analogo a quello in cui si trovava la vittima di un sacrificio poiché serviva da punto di appoggio alle energie divine e da punto di partenza per le loro ulteriori azioni. Gli uomini nel bere si offrivano agli dei per trasformarsi in strumenti del loro intervento. In magia i germogli di luppolo si usano nei rituali d’amore. Intrecciati assieme sono un buon aiuto per rinforzare le unioni traballanti. Possono essere bruciati per allontanare la depressione.
Proprietà della Birra
La birra è composta da acqua, anidride carbonica, zuccheri, destrine, albuminoidi, sostanze provenienti dal luppolo e glicerina. Contiene vitamine, sali minerali e potassio perciò è adatta ad una dieta alimentare bilanciata.
In generale è la “birra cruda”, ossia la tipica birra artigianale, quella che apporta maggiori benefici all’organismo. Secondo alcuni studi condotti in Italia la pianta del luppolo e le sue infiorescenze contengono diversi tipi di flavonoidi prenilati che presentano un’attività antitumorale in sistemi sperimentali di laboratorio. In particolare, lo xantumolo che è un ingrediente della birra luppolata, sarebbe in grado di indurre la morte delle cellule leucemiche.
E’ un valido antiossidante e grazie ai polifenoli contrasta l’invecchiamento della pelle. Bere un bicchiere di birra durante i pasti può essere di aiuto per prevenire le malattie del cuore, l’osteoporosi e aumentare la concentrazione di HDL il “colesterolo buono“. Contrariamente a quanto si pensa è poco calorica: si va da un minimo di 28kcal per quelle leggere ad un massimo di 60kcal per quelle più forti. I germogli di luppolo in primavera forniscono un alimento amaro e purificante che si usa per preparare insalate, frittelle e minestre.
Birra e proverbi
Siccome le infiorescenze del luppolo hanno proprietà curative si suole dire: “Chi beve birra campa cent’anni”. La rapidità con cui si forma la spuma di questa bevanda ha evocato alcuni modi di dire come “camminare a tutta birra, correre a tutta birra, avere molta birra”.
Bibliografia:
Florario di Alfredo Cattabiani