Simbologia planetaria – Saturno
L’Helleborus niger è un fiore tipicamente invernale, noto col nome di “Rosa di Natale”. I suoi fiori bianchi dalle antere dorate ricordano l’alba del solstizio invernale, l’oro del sole “bambino”.
Una leggenda cristiana narra che una pastorella piangeva sconsolata vicino alla grotta di Betlemme. Gesù era nato ma lei era talmente povera da non potergli regalare nulla. Come per incanto dal terreno ghiacciato vide sbocciare dei candidi fiori: le Rose di Natale. Grata e felice per quel miracolo floreale si precipitò a donare l’umile omaggio al Salvatore.
Anticamente l’elleboro si collocava nelle stanze delle partorienti per propiziare la nascita dei bimbi.
Un mito greco racconta che Melampo, guarì dalla follia le figlie di Preto mescolando l’elleboro all’acqua della fonte dov’erano solite bere. Sicché la piantina venne a lungo ritenuta un toccasana per guarire le malattie mentali. Il rizoma ha proprietà narcotiche ma il suo utilizzo oggi è caldamente sconsigliato visto che i suoi glucosidi possono portare alla morte. Il termine greco elleboro, infatti, è formato da due parole che tradotte significano: “far morire” e “nutrimento”.
Paracelso lo chiamava “il piede del diavolo” e in magia si usava per ottenere un unguento in grado di rendere invisibili i frequentatori del sabba.
Le radici nere dette “capelli della strega” servivano per operare fatture a morte. La polvere di elleboro era impiegata nei rituali di esorcismo e per indurre le proiezioni astrali.
Usatelo per: proteggervi dalle negatività, allontanare la depressione e le malattie mentali, entrare in contatto con gli Spiriti, favorire i sogni premonitori. Limitatevi a tenerlo in casa e non ingeritelo: è estremamente velenoso.
Pietre da associare all’Elleboro: chiastolite, moldavite, septaria.
Bibliografia:
Florario di Alfredo Cattabiani