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Simbolo della gru: significato e leggende

In Asia, la gru, secondo la leggenda, vive mille anni e possiede il segreto del prolungamento della vita grazie ad una tecnica di respirazione estremamente lenta.
La sua posizione su una zampa sola rappresenta l’equilibrio perfetto, la padronanza delle forze e dell’energia vitale.
In Egitto ispirò il geroglifico dell’anima (ba) che dopo la morte si slancia nel cielo. In Grecia e in Giappone fu associata alle divinità.
Animale psicopompo, aveva il compito di accompagnare le anime dei defunti nell’Aldilà.
In Cina la danza delle gru richiama il volo verso le “Isole degli Immortali”, mentre in Giappone la falsa credenza secondo cui le gru possono vivere per migliaia di anni, le ha fatte diventare simbolo di longevità.
Un antico rito per garantirsi una vita lunga e scacciare gli spiriti maligni, prescriveva di mangiare un piatto di riso coltivato nella contea di Kuru (gru).
Altri racconti orientali narrano che le gru sacre della Manciuria si recano ogni anno su un’alta montagna. Dopo un lungo digiuno discendono portando con sé un raggio penetrante della presenza e delle benedizioni divine.
Le gru personificano le anime giuste e compassionevoli. Si dice che con le loro grandi ali proteggano i più deboli e trasportino le persone verso i più alti livelli spirituali. L’emblema della gru è stato scelto sia dalla casta dei samurai per adornare armi e scudi, sia dai buddisti a significare il sentiero della ricerca spirituale.
In Oriente gli oggetti rituali a forma di gru sono utilizzati nelle cerimonie in onore degli antenati.
Siccome la gru era un uccello migratore fu consacrato dai Gallo-Romani a Ermes-Mercurio, il dio che vegliava sui viaggiatori, sui poeti e sugli artisti. Dal suo volo gli aruspici traevano indicazioni per il futuro.
In Grecia la gru era cara a Kronos, il dio dei raccolti, perché rappresentava la pioggia e la fertilità.
Teseo, una volta ucciso il Minotauro fece la danza delle gru: quella danza era collegata al famoso labirinto. Uccello migratore, va e ritorna, come l’eroe va e torna dal labirinto. I Greci chiamavano Arianna la “Signora del Regno dei morti” e si poteva entrare nel suo regno danzando, così come danzando si poteva uscirne. La danza delle gru, così come il loro simbolo di guide spirituali e psicopompe, non ci illumina sull’interpretazione di un monumento gallico trovato sotto Notre-Dame: due gru sovrastano il dorso e la tesra di un toro.
Secondo una credenza slava, le anime dei defunti vengono portate nelle Isole dei Beati sulle ali delle gru.
Quest’uccello essendo difficile da avvicinare fu accostato ai concetti di prudenza e vigilanza: i suoi branchi sono controllati da gru-sentinelle che esplorano il terreno prima di scendere a terra e restano sveglie a turno per tutta la notte. Ecco perché la gru è un simbolo di protezione.
Disciplinate nel volo, ispirarono l’idea di comunità ordinata, leale e solidale.
In India, invece, a causa di alcuni atteggiamenti che la gru assume durante la danza viene considerato il più falso tra gli uccelli e rappresenta il tradimento. Ha dato il nome alle dee dalla testa di gru (le otto mahavidya), che evocano la potenza della crudeltà, della magia nera, del veleno e dell’istinto di distruzione.
La danza delle gru in realtà è una dimostrazione di allegria e del desiderio di giocare.
Un mito narra che Gerana, regina dei Pigmei, fu trasformata in una gru dalla dea Era, adirata a causa dei vaniloqui della sovrana, che riteneva di essere più bella delle madri divine. In tale contesto la gru simboleggia la lotta fra il bene e il male.
La gru rimane fedele al proprio compagno per tutta la sua esistenza, solitamente della durata di 40 anni, perciò rappresenta la fedeltà e la devozione coniugale. In Giappone, ancora oggi, vengono raffigurate sui kimoni delle spose, sui dolci nuziali, sulle sculture di ghiaccio preparate in occasione dei matrimoni.
Gli origami a forma di gru si offrono nei templi per veder esaudite le proprie preghiere. Si realizzano anche per augurare ogni bene agli ammalati e a chi deve affrontare una dura prova. Questa tradizione è legata ad un episodio risalente alla seconda guerra mondiale riguardante una bimba morta di leucemia, Sadako Sasaki.
Dato che le gru proteggono i loro nidi a qualsiasi costo richiamano la protezione della famiglia e la buona fortuna.
Nella cristianità la gru rappresenta il fedele che agisce in comunione col Cristo. E’ anche il simbolo di santa Sara, festeggiata ogni ottobre in Camargue, precisamente a Saintes-Maries-de-la-Mer. Le donne gitane, spesso portano il nome di Cartacolha, ossia gru.
Questo volatile essendo bianco, nero e rosso richiama le tre fasi alchemiche. La sommità della sua testa, di colore rosso, è paragonabile al fornello dell’alchimista.
Il suo piede ricorda il dipartirsi delle varie linee nell’albero genealogico tant’è vero che ha ispirato il francese “pied-de-grue”. Gli inglesi forgiarono il termine pedigree, che venne a significare “discendenza”.
Alla gru è stata dedicata una costellazione costituita dalle stelle che si trovano sotto il Pesce australe. Due sono abbastanza luminose: Alnair (α Gruis) e β Gruis una gigante rossa.

Bibliografia:

http://www.scuola-judo-tomita.com/scuola-judo-tomita/nome-e-stemma/origami-gru.html
https://imieianimali.it/cosa-simboleggia-origami-della-gru/

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