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Simbolo del Carro

carro deiIl carro della Grande Madre Cibele trainato dai leoni è il simbolo della terra che ondeggia e avanza rotolando nello spazio; le belve indicano che non c’è nulla di così feroce da non poter essere ammaestrato con la tenerezza materna e che non c’è terreno così ribelle che non possa essere fecondato con la dovuta abilità. Il mito di Fetonte illustra cosa accade a chi non ha ancora raggiunto la disciplina necessaria a governare le proprie pulsioni: quando i cavalli non sono domati e vanno dove vogliono la comprensione delle verità superiori è negata. Lo yoga vede nel carro l’allegoria ideale del corpo:
-il corpo è il veicolo;
-l’intelligenza superiore corrisponde al cocchiere (buddhi);
-il mentale (mana) sono le redini;
-gli organi di senso (indriya) sono i cavalli.

Il carro è attributo degli dei del fulmine e della tempesta: il rumore delle ruote richiama il tuono mentre le scintille che derivano dal loro sfregamento rappresentano i fulmini. Parimenti, il carro è associato ai guerrieri e agli eroi. Tra i simboli che rappresentano il destino ultraterreno dell’anima secondo l’orfismo pitagorico i giochi del circo hanno un’importanza fondamentale. La corsa delle bighe e delle quadrighe nasconde un significato religioso che appare evidente nel Circo Massimo: la sua forma ellittica è simile al percorso che il Sole compie durante l’anno; l’arena rappresenta la terra circondata dall’oceano (il canale che gira intorno alla pista). I sette giri che si dovevano compiere richiamano i sette giorni della settimana e i sette pianeti allora conosciuti. Le dodici porte delle carceres, i locali destinati alla sosta dei carri prima della partenza, sarebbero le costellazioni dello zodiaco. Le squadre (factiones) erano quattro, distinte a seconda dei colori (bianco, rosso, verde e azzurro) a simboleggiare forse, le quattro stagioni. Il computo dei giri era ricordato da sette uova di pietra e da sette delfini.
 Platone nel Fedro illustra il mito della biga alata: l’simbolo carro orsa maggioreanima è come un’auriga che guida una coppia di cavalli, di cui uno bianco, esprime la tensione dell’anima alla spiritualità, l’altro, nero, alla perversione; a seconda di quanto tempo l’anima è riuscita a contemplare il mondo iperuranico delle idee si incarnerà in un saggio o in un empio.
Nel cielo al Grande e Piccolo Carro corrispondono l’Orsa Maggiore e Minore. La prima resta sempre visibile per chi vive nell’emisfero settentrionale, in quanto ruota intorno al polo Nord celeste. Anche chi ha scarse nozioni astronomiche sa riconoscere le sette stelle che compongono la sua parte centrale chiamata Gran Carro. Agli arabi il moto delle sette stelle ispirava l’immagine di un funerale. Gli Egizi vedevano nell’asterisma del Grande carro un grande Ippopotamo o l’imbarcazione che portava il dio Osiride sul Nilo. I cristiani vi vedevano la Navicella di San Pietro. Il moto dell’Orsa attorno al polo descrive un cerchio che potrebbe aver ispirato la leggenda della tavola rotonda. L’Orsa maggiore sarebbe Re Arturo, dal gallese “arth” orso e “uthiyr” luminoso. Se si disegnano sullo stesso foglio le sette stelle nelle quattro posizioni stagionali e si traccia la croce che passa dalla stella polare, si ottiene una svastica perfetta, simbolo solare, ricorrente in molte culture.
L’Orsa Minore indica con la punta della coda il polo Nord. Precedentemente il polo era indicato dalla stella Thuban (alfa Draconis allineata con la Grande Piramide di Giza). Presso i Babilonesi era “il Carro del Cielo” mentre in Egitto era nota come il “Cane di Seth“. Alle Orse si ispirano miti e credenze apocalittici. Nella Russia meridionale si favoleggia che all’Orsa Minore sia incatenato un cane che cerca di spezzare a morsi la sua catena e quando ci riuscirà, giungerà la fine dell’universo. I Kirghisi siberiani dicono che le tre stelle dell’Orsa minore rappresentano la fune a cui sono attaccate le due stelle maggiori della stessa costellazione, i cavalli. Le sette stelle dell’Orsa maggiore sono dette “i sette guardiani” il cui compito è custodire i cavalli dagli agguati del lupo. Quando il lupo sarà riuscito a uccidere i cavalli il cosmo cesserà di esistere. Secondo una credenza greca in questa costellazione vi è una stella-volpe che rosicchia la correggia del giogo che tiene uniti cielo e terra. Nel folklore tedesco si racconta che quando la volpe sarà riuscita nel suo intento arriverà la fine del mondo. La stella volpe è Alcor
Secondo la tradizione ebraica Dio per fermare il diluvio universale tappò i buchi da dove usciva l’acqua (Pleiadi) con due stelle dell’Orsa Maggiore. Per questo l’Orsa le rincorre: vuole indietro i suoi piccoli ma non riuscirà a riaverli fino all’ultimo giorno. Boote davanti al Grande Carro rimanda alla figura di Atlante, uno dei quattordici Titani che a coppie reggevano le sette potenze planetarie. Un enorme e sinuoso Drago circonda con la sua coda l’Orsa Minore: si tratta della costellazione del Draco. Il carro, settimo arcano maggiore dei Tarocchi simboleggia l’evoluzione attraverso l’armonia di corpo, mente, cuore e spirito. Guidare un carro esige l’essere interiormente compiuti, trascendere le proprie contraddizioni ecco perché in molte tradizioni è il veicolo sacro delle divinità.

Bibliografia:

 

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