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Significato e usi dell’ibisco: il misterioso fiore di Kali

L’ibisco è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Malvacee, originario delle regioni tropicali e subtropicali.
In India è noto come Java o Japa che significa “preghiera” ed è usato come offerta devozionale alla dea Kali. Secondo la leggenda, il coraggioso arbusto le offrì tutto il colore dei suoi petali per sostenerla nella battaglia contro i demoni.
Nell’induismo, l’ibisco rappresenta anche la lingua della Dea, Signora delle parole sacre e di tutti mantra, perciò i suoi fiori sono considerati un potente veicolo di energia divina e benedizioni. Non a caso, si usa ancora oggi in alcune puja.
“Pu” significa purezza e “Ja” è un termine che definisce la nascita: svolgere queste pratiche promuove una sorta di rinascita a livello fisico, emotivo e spirituale.
Si narra che l’ibisco possa assorbire l’energia pranica nel suo centro e poi immetterla con vigore nel luogo in cui si trova. Simile a Kali, che dissipa le negatività con la sua presenza, questo fiore distruggerebbe ogni influsso nefasto.
E’ caro anche a Ganesha, Colui che rimuove gli ostacoli e dona prosperità.
Allo stesso modo, nell’Ayurveda si ritiene che consumare tisane a base di ibisco purifichi la mente, il corpo e l’anima.
In numerose culture l’ibisco è messaggero di bellezza, fertilità, seduzione e gioia di vivere. Si può dire che incarni l’essenza divina dell’energia femminile nella sua forma più pura. Durante la meditazione e le pratiche spirituali, i fiori di ibisco aiutano a focalizzare le proprie intenzioni e a raggiungere nuovi livelli di consapevolezza. Il suo fugace splendore invita ad abbandonarsi al presente, ad apprezzare il qui ed ora.
Aperti e radiosi, simboleggiano la mente curiosa, la volontà di imparare e crescere. Così come un fiore non può sbocciare senza la luce del sole, la mente umana non può prosperare senza la luce della saggezza.
Inoltre, l’ibisco è un simbolo di perfezione, amore e unità: cinque petali si uniscono a formare un cerchio. Questa sua peculiarità lo ha reso popolare nei matrimoni e nelle cerimonie di fidanzamento.
Nella cultura cinese, l’ibisco è associato alla longevità e al successo. Nelle regioni tropicali si vede di frequente nei giardini come segno di benvenuto, calore e ospitalità.
Il più conosciuto tra gli ibischi è il rosa-sinensis, che come il syriacus si può raccogliere in questo periodo.
Dalla Cina invece, abbiamo importato il delizioso carcadè (ricavato dai fiori di Hibiscus sabdariffa). Il suo uso come rimedio medicinale fu talmente importante che divenne la bevanda curativa per eccellenza.
In Egitto era considerato un potente afrodisiaco e si assumeva come tonico per far fronte al caldo torrido.
Nell’Ayurveda l’ibisco viene utilizzato in vari modi. È noto per le sue proprietà rinfrescanti e lenitive, che lo rendono particolarmente utile nel trattamento dei problemi della pelle come acne, eczema e psoriasi. Si ritiene che l’ibisco sia efficace pure nel trattamento di problemi intestinali, respiratori, digestivi e mestruali.
Uno dei benefici più noti dell’ibisco è senza dubbio la sua capacità di promuovere la crescita di capelli sani, morbidi e luminosi, agendo sul cuoio capelluto soprattutto in caso di forfora o di irritazioni. Sulla pelle ha proprietà astringenti ed antiossidanti (grazie alla vitamina C); agisce come antirughe stimolando la rigenerazione cellulare. A tal scopo viene impiegato insieme ad altre polveri, come le argille, per la composizione di maschere per il viso.

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