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Simbologia dell’Ibis

L’ibis ispirò l’immagine del dio Thot ai sacerdoti egizi, un dio lunare che aveva il suo centro di culto a Khmenu e simboleggiava la parola creatrice di Ptah.
L’ibis-Thot nell’Egitto ellenistico fu accostato al messaggero degli dei, Ermete Trismegisto il mediatore celeste incaricato di fornire l’interpretazione delle cose divine ai sacerdoti e le ispirazioni positive ai comuni mortali.
Come accennato, era considerato il dio della luna che con le sue fasi muore e rinasce ciclicamente. L’ibis divenne un animale psicopompo, traghettatore di anime e dei nel Duat.
L’ibis liberava le acque dai serpenti e l’ibis-Thot era lo sposo di Maat, dea della giustizia e della verità, perciò fu accostato al concetto di purezza.
Gli antichi ne ricavarono il simbolo della conoscenza che l’uomo può ottenere riflettendo sul proprio animo, della precognizione e delle facoltà psichiche soprannaturali, perché grazie alla lunghezza e alla flessibilità del collo può rivolgere la testa e lo sguardo su tutte le parti del corpo.
E’ un totem che assicura fertilità, eloquenza, la capacità di collaborare con gli altri e scoprire le verità più profonde. Aiuta a trasformare la debolezza in forza e a fidarsi della propria intuizione. L’ibis invita ad affinare le proprie conoscenze e a cogliere il valore di ogni esperienza. Insegna il valore del tempo nella realizzazione personale, l’importanza di continuare a formarsi per cogliere nuove opportunità professionali. Si dice che questo Spirito abbia il potere di migliorare la sorte di chi ne invoca l’aiuto.

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