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Capodanno Celtico

Un tempo, dall’Irlanda alla Spagna, dalla Francia all’Italia Settentrionale, dalla Pannonia all’ Asia minore, si festeggiava un particolare periodo di passaggio: Samain.
Si trattava di un vero e proprio Capodanno, preceduto dalla “notte delle candele d’inverno”, durante la quale i morti entravano in contatto con i vivi, in una sorta di “rimescolamento cosmico”. Il periodo di riposo della Terra, governato dalle tenebre, andava “sfruttato” per tutta una serie di riti propiziatori, necessari a scongiurare le carestie durante il  nuovo anno.
Purtroppo oggi “Halloween” è degenerato in un gioco. Del resto, anche questa festa fu cristianizzata ad opera di papa Sisto IV che la trasformò in Ognissanti.
Yeats scrisse: “In Irlanda il mondo dei morti non è tanto distante da quello dei vivi. Essi sono a volte così prossimi che le cose del mondo paiono soltanto ombre dell’aldilà”.
In quei giorni i Celti portavano nelle tombe una gran quantità di fiori, a simboleggiare l’aldilà come paradiso.
Trascorrevano la notte bevendo, suonando e cantando in compagnia dei morti. Anche in Messico le feste di “Todos los Santos“, riflettono tradizioni azteche simili a quelle celtiche. Per la festa si confezionano dolci di pane in forma di teschi e scheletri a significare che dai morti, dai “semi sotterrati”, rinasce la vita ovvero che i morti ci “nutrono”. A Venezia si mangiano le “fave dei morti o ossa de morto”, lo stesso in Sicilia, Sardegna e Umbria. In Sicilia si crede che i defunti nella “loro notte” rechino doni ai bambini, “li cosi dei morti”.
Gli Etruschi credevano che i defunti sedessero accanto a loro sul bordo dei sepolcri partecipando al pasto funebre. I Romani festeggiavano i morti nove giorni a febbraio, durante il passaggio dall’inverno alla primavera: offrivano sul sepolcro familiare corone di fiori, viole, farina di farro, pane inzuppato nel vino.
I Mani (defunti) partecipando al banchetto funebre, trovavano pace.

Prudenzio ricorda che dai fori praticati sui coperchi dei sarcofagi, si facevano gocciolare latte e miele direttamente sulla salma.

Bibliografia:
Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i riti dell’anno di A. Cattabiani.

 

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