Simbologia planetaria: Luna
Il Sambuco (Sambucus Nigra) è l’albero di Holda, una fata del folklore germanico raffigurata come una splendida donna dai capelli d’oro. Abitava nei sambuchi che crescevano lungo i fiumi, i laghi e le fonti; e si sa che l’acqua è l’elemento connesso alla Grande Madre per eccellenza, la Luna. I contadini tedeschi rispettavano a tal punto quest’albero che quando lo vedevano si inchinavano per sette volte. Non osavano sradicarlo e se dovevano tagliarne un ramo recitavano questa orazione: “Frau Holda, dammi un po’ del tuo legno e io, quando crescerà, ti darò qualcosa di mio”. Con i suoi rami si intagliavano flauti magici: la musica proteggeva le persone dai sortilegi, come testimonia l’opera di Mozart, in cui la Regina della Notte dona a Tamino lo strumento incantato. In Bretagna, in Russia e in Danimarca credevano che il Sambuco fosse una sorta di talismano. La gente lo piantava vicino alle case, intorno alle fortezze e ai monasteri, per allontanare le malie, le serpi e gli scorpioni. Fino all’Ottocento, in Svezia, le donne incinte baciavano il sambuco per avere una gravidanza serena. In Ucraina, un bastone di Sambuco, era un portafortuna per gli sposi. I Lettoni credevano che sotto le sue radici dimorasse “Puschkaitis”, il dio della terra. Il Sambuco aveva anche proprietà divinatorie: se in estate i suoi fiori erano di colore giallo- ruggine, annunciava un nuovo figlio.
Eppure gode anche di un simbolismo negativo. Un bimbo messo su una culla ricavata dal suo legno è destinato a languire o a essere pizzicato a sangue dalle fate (il legno dell’inizio è la betulla che scaccia gli spiriti maligni). In Irlanda la cavalcatura magica delle streghe è fatta di bastoni di sambuco. La forma a foglia di sambuco delle selci funerarie nelle sepolture megalitiche a tumulo oblungo fa pensare che la sua associazione con la morte risalga ad un epoca remota. Nella tradizione popolare inglese, bruciare ceppi di sambuco “porta in casa il Diavolo”.
Sempre in Gran Bretagna, ritengono che l’albero sia in realtà una strega simile a Berctha. I suoi fiori bianchi, che raggiungono il pieno rigoglio a mezza estate, fanno del sambuco un altro aspetto della Dea Bianca.
A tal proposito è interessante notare che nel calendario celtico, il sambuco rappresenta il tredicesimo mese lunare, che si conclude nel giorno del solstizio invernale. Il tredici è un numero ambiguo, che rappresenta il passaggio, la rigenerazione, il rinnovamento ciclico: rigenerazione che comporta anche la morte. Nella cristianità era considerato un valido amuleto per assicurare un viaggio sereno nell’Aldilà. I becchini si recavano nelle case dei defunti ponendo sul loro capo una corona di fiori e foglie di Sambuco, o di bacche e di rami, a seconda della stagione. Ecco che il Sambuco, esprime l’apparente contraddizione insita nelle piante lunari, associate alla Grande Madre, che concede la vita ma allo stesso tempo raccoglie i resti dei suoi figli. Luna come luogo di formazione delle anime, benigna e luminosa- Luna Nera degli inferi che se le riprende. Ma il Sambuco ha anche caratteristiche mercuriali: la bacchetta fabbricata col suo legno è efficace nei riti finalizzati a ottenere successo negli affari, nello studio, nel commercio, nei viaggi e nella pubblicazione dei libri.
Usatelo per: purificare gli ambienti, tutelare la casa dalle avversità, proteggere il matrimonio e avere una gravidanza serena.
Pietre da associare al sambuco: turchese, pirite, agata, ossidiana nera.
Bibliografia:
Florario di Alfredo Cattabiani – La dea bianca. Grammatica storica del mito poetico di Robert Graves