Almeno l’85% delle culture presenta leggende e tradizioni legate alle fate.
In Irlanda si narra che molte arie nello stile “sean nos” siano state composte sotto l’influenza degli Aes sídhe (persone dei mondi), esseri bizzarri che abitavano nei boschi, nelle colline o all’interno degli alberi di biancospino. La loro presenza era segnalata da fiori e funghi disposti in cerchio (cerchi delle fate).
In Scozia nelle Highlands le prime melodie con la cornamusa furono composte dalle banshees. Il termine “banshee” significa “donna delle fate” e indica uno spirito femminile con lunghi capelli ondeggianti, vestito interamente di bianco, verde o rosso. Può apparire mentre canta e piange.
Nelle pianure scozzesi, in Inghilterra e negli Appalachi le ballate “Riddle Songs” sarebbero ciò che resta di antiche melodie composte dalle fate.
Nelle isole Shetland e in Norvegia gran parte del repertorio musicale sarebbe frutto dei “Trow”.
Le radici del Flamenco e della musica spagnola si svilupparono in Andalusia grazie al compositore Ziryab che disse di averle imparate da un “djinn”. I “genii” sono creature sovrannaturali che vivono in un mondo parallelo e possono essere benevoli o malefici.
In Nuova Zelanda i canti Maori sarebbero stati inventati dalle Patupaiarehe, spiriti della foresta che abitano i boschi e le montagne circostanti.
In Gambia a suonare il violino erano I “Fula” giovani che entravano in estasi grazie ai “djinn”. In Nicaragua e Colombia per far sparire un folletto (duende) ancora oggi si usa lasciare una chitarra fuori posto. Nel deserto del Nevada il misterioso “uomo della montagna” avrebbe composto le canzoni “Shoshone”.
In Ecuador e in Perù si narra che “Nungui” (Madre Terra) creò le canzoni per far gioire le persone.
In Romania durante la notte di Mezza estate vengono eseguiti i rituali di danza Sânziene per onorare le omonime fate.
Fonte: http://www.kaade.net/Faetrad.html
Lux