Il Regno dei Fanes saga trascritta verso la fine dell’ Ottocento da Karl Felix Wolff parla di una regina, “Bongaya”, inabissatasi col suo esercito nel Lago di S. Croce dopo essere stata sconfitta in battaglia. Bongaya sarebbe destinata a riemergere dalle acque del Lago quando un forte terremoto sconvolgerà l’Alpago. La sovrana, avrebbe regnato su una terra chiamata “Silivena”, abitata dai “Paghinis”, successivamente annientati da un’altra popolazione (quella dei Laponis). Possiamo supporre che i “Paghinis” fossero gli abitanti originari di quelle terre montuose, un popolo retto a matriarcato, dedito a culti ctonii e alla vita rurale. “Paghinis” infatti, richiama il termine “pagani”, dal latino “pagus”, villaggio. “Silivena” forse allude a “Silva“, il bosco selvaggio.
Un’altra leggenda narra che i crociati avrebbero battezzato il lago col nome di “Santa Croce” per onorare il simbolo del loro Ordine, nonché Cristo. Questi cavalieri, assieme all’aiuto di un mago (Birindo) avrebbero accecato e “reso non più grande di un fiore di campo” il drago che minacciava gli abitanti della zona, non solo con i suoi boati, ma anche col fuoco proveniente dalle sue terribili fauci. Con l’avvento della Cristianità e della Croce, pare chiara la sconfitta dei culti arcaici, delle Divinità femminili e degli Spiriti della Foresta, privati dei loro tratti benevoli e del loro potere. Comunque sia, a tutela della pace del Lago, c’è una nuova Signora…la “Madona del Lac”.
Chi altri era il drago se non il paganesimo che minacciava le persone col fuoco eterno degli inferi?