Abete

Simbologia planetaria: Sole – Luna

Fin dall’antico Egitto l’abete fu considerato un albero della natività. Sotto le sue fronde nacque il dio Biblos, il prototipo dell’Osiride predinastico. In Grecia era sacro ad Artemide, la dea lunare protettrice delle nascite. Druantia, la dea gallica dell’abete, era considerata la madre dell’intero calendario arboreo. L’abete bianco era associato anche alla dea della luna nuova, detta Kaineides, ossia “recare cose nuove”.
Quest’albero in Grecia, fu al centro di un rito primaverile in onore della Grande Madre: veniva innalzato da uomini nudi al centro della piazza del mercato, i quali armati di maglio, percuotevano sul capo un’effigie della Madre Terra per liberare lo spirito dell’anno nuovo. L’abete insieme alla betulla è considerato dalle popolazioni dell’Asia settentrionale un albero cosmico.
Veniva usato come palo di maggio, sormontato da una ghirlanda di fiori intrecciata coi suoi rami, a simboleggiare la Dea. Nel mondo precristiano fu associato al sole.
A Natale, in occasione del solstizio d’inverno, l’albero veniva addobbato con dolci, frutti, regali e candeline, simili ai raggi, per sostenere l’astro nella sua rinascita. Gli addobbi dell’albero furono poi interpretati cristianamente: i lumini simboleggiano la luce che il Cristo dispensa all’umanità, i frutti dorati e i regalini sono il simbolo della vita spirituale e dell’amore che Egli ci offre. E’ di abete il ceppo natalizio che si accende la notte di Natale per scaldare Gesù bambino e dovrebbe consumarsi solo all’epifania. Anticamente era il ceppo (o il ciocco) a elargire i doni ai più piccoli: secondo la leggenda dal suo tronco uscivano golose castagne. La sua cenere avrebbe virtù protettive e propiziatorie. Per proteggere le case in Germania, la notte di capodanno la gente taglia rami d’abete e li inchioda sulle porte. Gli Yakuti credono che gli sciamani nascano all’interno di nidi sul grande abete del Nord. In Tirolo e in Svizzera si favoleggiava che il Genio della foresta abitasse in un vecchio abete e avesse il compito di vegliare sul bestiame e garantire la prosperità. In Savoia, l’abete neutralizzava il malocchio e impediva ai fulmini di cadere: per questo la cima veniva mozzata in modo che i rami rappresentassero le cinque dita di una mano aperta, come segno di protezione. E il cinque era anche il numero sacro alla Dea.

Usatelo per: purificare la casa e le persone dalla negatività, favorire il rinnovamento, la fortuna e l’abbondanza. Per proteggere la famiglia e i neonati. Attrarre la benevolenza degli Spiriti della Natura.

Pietre da associare all’abete: adularia, apofillite, calcedonio rosa.

Bibliografia:
Florario di Alfredo Cattabiani

 

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