Simbologia planetaria: Luna – Mercurio
L’artemisia è la pianta associata alla dea Artemide, protettrice della natura, degli animali e delle partorienti. I Greci la mescolavano al grasso degli animali per produrre un profumo gradito agli dei.
Secondo la tradizione intrecciare corone di artemisia serve a difendersi dalla sfortuna e dagli spiriti malvagi.
Una leggenda cristiana narra che la piantina germogliò nel paradiso terrestre, lungo il sentiero percorso dal serpente, per tentare di ostacolarlo nel suo cammino verso Eva che voleva indurre in peccato. In passato si portava un rametto di artemisia in tasca quando si doveva viaggiare o intraprendere un lavoro importante. Del resto, nata in una strada così carica di destini, nel tentativo di precludere l’uomo dal peccato, non poteva non avere potenti riflessi su tutto ciò che riguarda strade, viaggi, e cammino dell’uomo in senso fisico e spirituale.
Le foglie erano considerate un portafortuna tanto che il giorno di Ferragosto, i coniugi si scambiavano mazzetti di artemisia. Giacchè erano sempre volte a nord, simbolo del costante orientamento verso il divino, si diceva che la piantina fosse spiritualmente e materialmente propizia. In Oriente, si usa per confezionare piccole tigri, che appese fuori dalla porta di casa hanno la funzione di cacciare gli spiriti molesti. Un mazzetto di rami d’artemisia tenuto sotto il cuscino promuove i sogni premonitori. Le foglie, raccolte la notte di S. Giovanni sono un valido amuleto di protezione. E’ possibile bruciare l’artemisia per purificare gli ambienti, le persone e favorire le visioni.
Ben conosciuta nella farmacopea antica come erba che provocava le mestruazioni e aiutava l’espulsione della placenta, l’artemisia- ad uso interno- è sedativa, tonica del sistema nervoso ed efficace in caso di vertigini. Contrasta l’acidità di stomaco, l’inappetenza e favorisce il flusso mestruale (1,5 g in 100 ml d’acqua- 1 o 2 tazzine a digiuno al mattino). Le sommità fiorite raccolte all’inizio della fioritura e assunte in dosi minime come prodotto secco, calmano i centri nervosi. L’infuso di foglie stimola le attività celebrali.
Curiosità: l’impiego dev’essere moderato in quanto ha conseguenze ipnotiche e abortive. In dosi elevate causa intossicazioni con esito anche letale (contiene tannini). L’artemisia avrebbe il potere di proteggere il matrimonio e la felicità coniugale.
Usatela per: proteggere la casa e i vostri cari, propiziare la felicità, rafforzare l’affetto coniugale, allontanare le preoccupazioni, promuovere la guarigione fisica e spirituale, facilitare le visioni e i sogni premonitori.
Pietre da associare all’artemisia: adularia, selenite, perla, acquamarina, lapislazzuli, apofillite, stilbite, opalite.
Bibliografia:
Florario di Alfredo Cattabiani
Nuova enciclopedia delle erbe edizioni del Baldo