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Santa Lucia e l’infera Lussi: la lunga notte della Dea

Prima di Natale, il 13 dicembre, si festeggia santa Lucia, diventata molto popolare per una serie di coincidenze che poco hanno a che fare con la sua figura storica e la collegano al simbolismo solstiziale.
Lucia venne effettivamente martirizzata a Siracusa durante la persecuzione di Diocleziano, ma come e perché non si sa con precisione.
Il suo nome evoca la luce: deriva dal latino Lucia, femminile di Lucius, la cui radice è lux, lucis, luce: significava nata nelle prime ore del mattino.
Nell’iconografia appare con la palma e il pugnale o con attributi che ne sottolineano la funzione di messaggera della luce, come la lampada e il piattino con due occhi che regge in mano; ed è rappresentata con un sontuoso mantello, ingemmata come una regina, coronata di fiori.
Alla sua festa sono connesse molte usanze come quella di non mangiar pane, in memoria di una carestia che affamò la Sicilia nel XVIII secolo e fu risolta per il miracoloso intervento della santa. Si dice che nutrendosi di sole verdure nel suo dies natalis, si potrà avere un’illuminazione sul nome e volto della futura sposa o sposo.
In Veneto, Austria, Repubblica Ceca e Slovenia, Santa Lucia distribuisce i doni ai più piccoli in groppa ad un asinello. Ai bambini capricciosi però, lascia solo una bacchettina come monito.
Per darle il benvenuto le si offrivano minuscoli dolcetti, che venivano legati ai due capi dei lacci delle scarpe depositate sulle finestre della cucina insieme con un poco di fieno per l’asinello.
In Danimarca e Svezia il 13 dicembre si elegge una “vergine saggia” detta Lucia che, scortata da compagne vestite di bianco e con una corona di sette candele sul capo, percorre le vie raccogliendo e portando nelle case, negli asili e nelle istituzioni caritatevoli i doni natalizi.
La notte fra il 12 e il 13 dicembre in Scandinavia, per circa 500 anni ha segnato il Solstizio d’inverno. Nel mese di Yule l’oscurità immergeva i popoli nordici in una sorta di “caos primordiale”, durante il quale era necessario propiziare la rinascita della luce.

“So dark is the night of midwinter
But behold, approaching Lucy
She comes, the Good One, to us with light
She comes with greetings of Christmas peace
She comes with candles in her crown”
Canzone popolare svedese

Questo “non-tempo” di passaggio era il momento più temuto dell’anno.
Le persone credevano che la notte fra il 12 e il 13 dicembre il velo fra i vivi e i morti diventasse più sottile e qualunque spirito potesse varcarlo, dai demoni ai fantasmi sino alle creature fatate.
Tutte le entità avrebbero preso parte ad una processione mostruosa, detta Lussivaka (o Lussiferada), e stroncato la vita di ogni mortale che avesse intralciato il loro cammino. A capo di questo corteo c’era Lussi (Luce) uno spirito femminile. Questa leggenda ricorda la Caccia selvaggia e il Dianaticus, dunque è plausibile che Lussi abbia ereditato le funzioni di Regina dell’Aldilà e degli Elfi tipiche di molte Dee che incarnavano la Grande Madre, padrona della vita e della morte, in una notte in cui il rinnovamento cosmico era messo in pericolo da forze sovrannaturali.
Durante la magica sera, i lavori domestici erano proibiti (tutto si bloccava analogamente alla natura stretta nella morsa del gelo) e secondo il mito, i bambini svogliati e capricciosi venivano trascinati nell’Aldilà da Lussi (approccio simile a quello della Perchta-Berchta -La Splendente- alla vigilia dell’Epifania). Si credeva che gli animali potessero parlare e la gente accendeva numerosi falò, detti “Fuochi di Lussi”. Le donne preparavano i “lussekatt” (i gatti di Lussi) dei dolci utili a proteggersi dagli spiriti erranti: appena si udivano gli schiamazzi dell’orrida mascherata, bisognava gettare il panino dietro le proprie spalle e scappare. I demoni, avrebbero preferito le leccornie all’anima del malcapitato.
Alcuni studiosi credono che questi dolci siano un retaggio della dea Freya, che tutelava la fertilità e guidava un carro trainato da gatti. Altri sostengono che la forma a spirale del dolcetto e il suo colore dorato (ottenuto grazie allo zafferano) richiami il sole nascente e il rinnovarsi ciclico della natura.
E’ interessante notare che la dea norrena Sol (o Sunna) detta “Gloria degli Elfi” guidava il carro solare ed era sempre inseguita dall’oscurità (rappresentata da un lupo).
Ora, se santa Lucia ha ereditato gli attributi di dea della luce, possiamo immaginare perché è raffigurata senza gli occhi.
Il giorno del Solstizio d’Inverno è più corto dell’anno, e nel lontano Nord, la luce può durare qualche ora al massimo. Il giorno del Solstizio d’Inverno è simile a un breve barlume di luce blu. Il sole non si vede, non può essere percepito con la vista.

Quale immagine poteva meglio celare il culto della Dea?

Fonti:

http://marysharratt.blogspot.com/2012/12/lussekatter-wild-hunt.html
http://legendsofthenorth.blogspot.com/2015/12/the-darkest-night-of-year-lussi-long.html

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